Un vento di cambiamento soffia sulla Francia, un Paese noto per la sua storica rigidità nei confronti della cannabis. Eppure, una recente evoluzione legislativa ha introdotto una svolta significativa, rompendo le vecchie resistenze e aprendo un nuovo capitolo nel dibattito sulla canapa.
Il protagonista di questa rivoluzione è la cannabis light, una varietà di canapa con caratteristiche particolari e un profilo chimico distinto.
Questa svolta non è frutto di un cambiamento improvviso, ma è il risultato di un percorso di sviluppi e decisioni a livello europeo.
Ma cosa significa esattamente questa novità per la Francia? E come si inserisce nel panorama più ampio della legislazione sulla cannabis in Europa?
Esploreremo questi temi, analizzando le implicazioni di questa decisione e osservando come altri Paesi europei stanno affrontando la questione della cannabis.
Un’importante svolta: la legalizzazione della cannabis light in Francia
Nel panorama europeo, la Francia è sempre stata nota per la sua posizione rigida nei confronti della cannabis. Tuttavia, un recente cambiamento nella legislazione ha segnato una svolta storica, ponendo fine a questa resistenza. La Francia ha infatti legalizzato la cannabis light, una particolare varietà di canapa caratterizzata da un basso contenuto di THC e un alto tenore di CBD.
Questo cambiamento legislativo non è stato un evento improvviso, ma il risultato di una serie di sviluppi e decisioni a livello europeo. In particolare, è stata una sentenza della Corte di Giustizia europea a spianare la strada alla legalizzazione della cannabis light in Francia. La Corte ha stabilito che i prodotti a base di CBD non sono stupefacenti e possono quindi essere commercializzati liberamente all’interno dell’Unione Europea. Questa sentenza ha avuto un impatto significativo, cambiando la percezione della canapa legale e aprendo la porta alla sua produzione e vendita.
La cannabis light, come suggerisce il nome, è una varietà di canapa che si distingue per il suo basso contenuto di THC, la sostanza psicoattiva tipica della pianta. In particolare, le infiorescenze di questa varietà contengono una percentuale di THC inferiore allo 0,2%, il limite legale imposto ormai in molti Paesi UE. Al contrario, le sue infiorescenze sono ricche di CBD, un cannabinoide non psicoattivo con numerose proprietà benefiche.
La legalizzazione della vendita di cannabis light ha portato a un’esplosione del mercato, con nuovi attori che entrano in gioco e vecchi protagonisti che si rafforzano come lo shop JustBob, uno dei principali rivenditori del settore in Italia e al livello europeo.
Mentre la Francia si adegua e la Germania si pone in pole position sulla strada verso la legalizzazione, l’Italia compie dei passi indietro
La decisione della Francia di legalizzare definitivamente la cannabis light rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento del valore di questa pianta e dei suoi derivati. Questo cambiamento legislativo non solo ha aperto nuove opportunità di mercato, ma ha anche contribuito a sfatare i pregiudizi legati ad essa.
In particolare questa decisione ha favorito lo sviluppo di un settore economico in rapida crescita. Al momento, infatti, ci sono circa 2.000 negozi di CBD nel Paese, con un volume d’affari che raggiunge i 2 miliardi di euro, un dato che evidenzia l’importanza economica di questo settore, che ha saputo sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla nuova legislazione.
Mentre la Francia si muove in questa direzione, è interessante osservare come altri Paesi europei stiano gestendo la questione della cannabis.
Prendiamo ad esempio la Germania, dove il consumo della pianta, anche relativamente alla sua variante ad alto THC, sta per diventare legale, ma con alcune restrizioni significative. In particolare, sarà permesso solo per uso personale e per lo più all’interno di determinate associazioni dedicate. Naturalmente, anche all’interno di questo panorama, resterà illecito il suo consumo in particolari situazioni, ad esempio in caso di guida di un veicolo. Questa misura è d’obbligo per garantire la sicurezza stradale, dato che l’assunzione di cannabis può influenzare in modo significativo il comportamento alla guida, limitando la capacità di reazione e di concentrazione.
Sotto questo punto di vista, il legislatore ha stabilito un limite legale di THC per la guida, fissato a 1,0 nanogrammi per millilitro di sangue. Superare questa concentrazione comporta la commissione di un illecito e l’applicazione di una serie di sanzioni, che possono includere una multa, la perdita di punti sulla patente e il divieto di circolazione.
In Italia, invece, nonostante la cannabis light sia legale già dal 2016, non lo è il suo consumo e, peraltro, il governo si muove per prendere misure restrittive nei confronti di questa variante a basso tasso di THC. In particolare ci riferiamo al recente decreto che consente la vendita di estratti al CBD solo presso farmacie autorizzate, di fatto mettendo in pericolo i tanti rivenditori del settore sorti a partire dalla nota normativa sulla cannabis light del 2016.
In conclusione
L’evoluzione legislativa sulla cannabis light in Francia rappresenta un segnale chiaro di un cambiamento di mentalità a livello europeo. La decisione di legalizzare questa varietà di canapa, con un basso contenuto di THC e un alto tenore di CBD, non solo ha aperto nuove opportunità economiche, ma ha anche contribuito a sfatare miti e pregiudizi legati alla pianta.
Mentre la Francia e la Germania avanzano verso un approccio più aperto e progressista, l’Italia sembra ancora combattuta tra le opportunità offerte da questo mercato in crescita e le resistenze culturali e politiche. È fondamentale che i legislatori di ogni Paese considerino attentamente le implicazioni economiche, sociali e sanitarie di queste decisioni, garantendo sempre la sicurezza dei cittadini e promuovendo un dibattito informato e costruttivo.
L’Europa si trova di fronte a una svolta storica nella gestione della cannabis; sarà interessante osservare come si svilupperà questo panorama nei prossimi anni.