Secondo la normativa vigente, tutte le aziende che si occupano di trasporti devono mostrare sul proprio veicolo il tachigrafo, ovvero il dispositivo che registra la velocità del mezzo di trasporto per un determinato lasso di tempo.
Oltre a questa prima funzionalità il tachigrafo registra i tempi di guida e le soste del conducente, i dati anagrafici e anche la distanza che viene percorsa.
Saper utilizzare in maniera corretta un tachigrafo deve essere di competenza dell’autista in quanto il dispositivo è l’unico mezzo per sapere cosa avviene sul veicolo.
Il tachigrafo è un dispositivo che tutela i guidatori e le aziende di trasporti per la quale si lavora, ma vediamo insieme le tipologie di tachigrafi in commercio grazie a Centrauto Ricambi, azienda riminese che si occupa della gestione e revisione tachigrafi digitali.
Sul mercato esistono principalmente due tipologie di tachigrafi: il digitale e l’analogo.
Vediamoli insieme!
Tachigrafo analogico: le principali caratteristiche
Il tachigrafo analogo per riuscire a registrare i dati del guidatore deve essere installato su un supporto fisico, in molte occasioni questo supporto è paragonato ad un disco omologato di carta.
Questa versione del tachigrafo può essere trovata sui veicoli immatricolati prima del 1° maggio 2006, da questa data in poi è diventato obbligatorio avere a bordo i tachigrafi digitali sui mezzi che ne hanno bisogno.
Il tachigrafo analogo, come dice la parola stessa, è in grado di raccogliere tutti i dati necessari grazie ad un collegamento elettrico che raggiunge il motore.
Esistono modelli con un sistema meccanico ancora più complesso ma ormai è un dispositivo che viene visto e utilizzato raramente.
Una volta che viene convertito il dato necessario il tachigrafo lo riesce a immagazzinare su un disco.
Generalmente nel foglio dove vengono registrati i dati vengono riportati questi che ti elenchiamo: i dati del conducente, luogo di partenza e il luogo di destinazione, quando inizia e quando termina il viaggio, la targa del veicolo e tutti i km che vengono percorsi.
Tachigrafo digitale: le principali caratteristiche
Come anticipato nella spiegazione di come funziona il tachigrafo analogo ritroviamo ancora la data da dove è cambiato tutto.
Dall’anno 2006 su tutti i veicoli che si occupano del trasporto delle merci è obbligatorio avere a bordo un tachigrafo digitale.
Questo prodotto è principalmente composto da:
- unità elettronica di bordo, ovvero l’apparecchio in sé per sé il tachigrafo digitale;
- sensore o trasmettitore di movimento: come nel caso del tachigrafo analogo anche il digitale deve rilevare le informazioni dal motore e segnarle tutte
L’unità di bordo si presenta in maniera simile a un’autoradio.
Il tachigrafo digitale assomiglia vagamente ad un’autoradio, e principalmente è composta da: 1 display dove vengono visualizzati i messaggi, le informazioni, i dati e tutte le interfacce per inserire le carte tachigrafiche abbinato ad una stampante che deve riprodurre il contenuto ricavato dalla memoria del tachigrafo.
Periodicamente l’azienda di trasporti deve salvare i dati ricavati su una memoria esterna, per non perdere nessuna informazione importante.
Il tachigrafo digitale funziona solo se viene inserita almeno una delle carte tachigrafiche, vediamo le principali insieme:
- la carta del conducente: utilizzata per registrare le attività dei guidatori ed è di colore bianco
- la carta dell’azienda: usata per scaricare i dati ed è di colore giallo
- la carta dell’officina: agisce sulla regolazione del tachigrafo ed è possibile trovarlo solo nelle mani dei centri autorizzati ed è di colore rosso
- la carta del controllo: verifica le attività del conducente e del veicolo ed è di colore blu
Il tachigrafo digitale è uno strumento che agisce in maniera automatizzata, rapida e semplice permettendo di archiviare i dati maniera efficiente e sicura rispetto al tachigrafo analogo.
Questo strumento rende semplice tutte le operazioni di monitoraggio e di controllo mettendo in evidenza in tempo reale tutti i comportamenti eventuali che necessitano di una correzione.